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La psicologia umanistica, approccio teorico e metodologico sviluppatosi negli Stati Uniti negli anni ‘60 in alternativa ai due orientamenti allora predominanti, la psicoanalisi e il comportamentismo, deve il suo affermarsi principalmente al pensiero e alle opere di Abraham Maslow, Rollo May, Carl Rogers e Thomas Gordon.
Questi autori per primi sottolinearono la necessità di considerare l’essere umano come organismo bio-psico-sociale, promuovendone così una visione olistica, ossia di pari dignità e valore delle componenti biologiche, psicologiche e sociali dell’esperienza umana.
Le loro teorizzazioni sulla natura umana, essenzialmente “programmata” per l’autorealizzazione attraverso il riconoscimento e il soddisfacimento dei propri bisogni (fisiologici, emotivi, e socio-relazionali) si sono poi tradotte in una pratica clinica e psicoterapeutica finalizzata alla promozione della salute psicofisica dell'individuo.
Ciò attraverso metodologie basate fondamentalmente sul profondo rispetto e sulla valorizzazione delle risorse proprie della persona: lo psicologo e lo psicoterapeuta di orientamento umanistico sono profondamente convinti della naturale “positività” e della “saggezza” degli esseri umani, che, se accettati incondizionatamente e ascoltati empaticamente, sono in grado di individuare in maniera sostanzialmente autonoma la propria personalissima strada verso il benessere.
Coerentemente con questa visione dell’uomo e della pratica clinica, lo psicologo e lo psicoterapeuta non sono gli “esperti” che svelano all’individuo in difficoltà i perché a lui sconosciuti della propria sofferenza (come nella psicoanalisi), o che lo addestrano a pensare in modo più efficace e a emettere comportamenti più adeguati (come nell’approccio cognitivo-comportamentista): sono invece dei facilitatori, che, riconoscendo e valorizzando l’unicità dell’esperienza umana, affiancano la persona nel processo di evoluzione, promuovendo in essa – facilitando, appunto – un processo autonomo di analisi e risoluzione del problema.
Ciò attraverso metodologie basate fondamentalmente sul profondo rispetto e sulla valorizzazione delle risorse proprie della persona: lo psicologo e lo psicoterapeuta di orientamento umanistico sono profondamente convinti della naturale “positività” e della “saggezza” degli esseri umani, che, se accettati incondizionatamente e ascoltati empaticamente, sono in grado di individuare in maniera sostanzialmente autonoma la propria personalissima strada verso il benessere.
Coerentemente con questa visione dell’uomo e della pratica clinica, lo psicologo e lo psicoterapeuta non sono gli “esperti” che svelano all’individuo in difficoltà i perché a lui sconosciuti della propria sofferenza (come nella psicoanalisi), o che lo addestrano a pensare in modo più efficace e a emettere comportamenti più adeguati (come nell’approccio cognitivo-comportamentista): sono invece dei facilitatori, che, riconoscendo e valorizzando l’unicità dell’esperienza umana, affiancano la persona nel processo di evoluzione, promuovendo in essa – facilitando, appunto – un processo autonomo di analisi e risoluzione del problema.
Abraham H. Maslow |
Rollo May |
Carl R. Rogers |
Thomas Gordon |
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